Una proposta contro la vergogna doppia di Manduria

Tutto il contrario di quello che la tempesta mediatica abbattutasi su Manduria ha fatto emergere: una pesantissima carica negativa che ha rappresentato una cittadina di trentamila abitanti, se pur ancora priva di una classe politica insospettabile, come il luogo del degrado morale, dell’indifferenza e del disimpegno civile. Bene hanno fatto i giovani e le istituzioni ad organizzare una manifestazione che ha cercato di trasmettere un’altra immagine della città, nella difesa di valori che sembravano annullati dalla terribile vicenda dell’anziano disabile.

Ma sappiamo che tutto poi ritorna come prima! Bisogna invece che Manduria riesca a trovare nella Cultura e nella sua millenaria storia la forza per reagire e per invertire la rotta. Per questo vorrei avanzare una proposta, affinché i ragazzi protagonisti di comportamenti così assurdi possano recuperare altre dimensioni di vita, attraverso la forza che la storia della loro città può metter a disposizione.

Manduria possiede un Parco Archeologico straordinario, in cui si trovano le fortificazioni in grandi blocchi squadrati che avevano difeso la città nel corso di secoli, trecento anni prima di Cristo, quando il Salento si era trovato al centro di opposte strategie di conquista: prima la metropoli di Taranto contro i Messapi, poi i Romani, per conquistare Taranto e le popolazioni messapiche, ormai unite contro il comune nemico, infine gli eserciti cartaginesi che Annibale, dall’Africa, aveva portato in  Italia. Un paesaggio straordinario fatto di ampi fossati tagliati nella roccia, di linee parallele di muraglie, di porte munite di tutti i sistemi per impedire l’assalto dei nemici, e poi, tutt’intorno, l’estesa moltitudine delle tombe scavate nella roccia, che hanno restituito migliaia di oggetti preziosi, sparsi in Musei, in collezioni private e nel Museo Archeologico “Terra dei Messapi” che la Soprintendenza ha saputo allestire con una archeologa valida come Laura Masiello. Una ricchezza enorme di storia, arte e cultura che, proprio la scorsa estate, ha visto una nuova scoperta: la tomba decorata da raffinate pitture di tipo greco.

Bisogna ripartire da questo: l’archeologia ha la straordinaria possibilità di unire alla riflessione intellettuale il lavoro fisico all’aria aperta, nelle campagne di scavo, nelle esplorazioni del territorio che ti fanno scoprire angoli incontaminati di paesaggio, negli interventi di manutenzione e restauro, che mettono in contatto con la materia dei manufatti antichi, dalla pietra alla ceramica ai metalli preziosi; e, accanto a questo, lo studio in biblioteca, la ricerca negli archivi, il viaggio per vedere altri siti da confrontare con quello che stai studiando.

Dobbiamo utilizzare queste potenzialità dell’archeologia di Manduria per proporre ai giovani che hanno manifestato una così grave devianza sociale, un modo diverso di comportarsi, basato sull’orgoglio di essere cittadini di una realtà tanto bella. Affidati ad una delle tante cooperative di giovani che operano nel settore dell’Archeologia, con finanziamenti messi a disposizione dalla Regione Puglia, essi potrebbero svolgere un periodo, anche lungo, di attività nel Parco di Manduria, per assicurarne la pulizia dalle erbacce (problema molto sentito in questi mesi di rifioritura primaverile) e la manutenzione. Potrebbero seguire un corso intensivo, con l’obiettivo di acquisire le informazioni sulla loro città ed essere in condizione di illustrarne, come guide, la storia ed i principali monumenti; potrebbero anche contribuire alla apertura pomeridiana del Museo che, per mancanza di personale, rimane chiuso dopo le 12,30. In America è prassi comune di utilizzare, per servizi utili alle comunità, persone che si siano rese colpevoli di reati e di comportamenti antisociali: ma qui non si tratta di spazzare i pavimenti o di tenere puliti i gabinetti pubblici, si dà invece la possibilità di partecipare alla vita culturale della propria città.

E sono certo che i ragazzi uscirebbero molto migliori da un contatto con i loro, quasi coetanei, che hanno scelto la strada di mettere a disposizione di tutti noi le conoscenze acquisite nel campo dell’Archeologia e della Cultura del nostro territorio. Anch’io vorrei dare una mano e mi metto a disposizione sin da ora!

[“La Gazzetta del Mezzogiorno” del 15 luglio 2019]

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