Il Rettore Fabio Pollice nell’era dei “cerchi magici”

di Ferdinando Boero

Il Rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice

È vero quel che afferma il Direttore Scamardella, nel suo commento all’elezione di Fabio Pollice a Rettore di Unisalento: da più di dieci anni l’Ateneo salentino è teatro di una perenne guerra di fazioni. Appena eletto, Vincenzo Zara fu etichettato come traditore in un’intervista (anonima, se non sbaglio) a un sostenitore del rettore precedente: Zara era colpevole di non aver messo in squadra i sostenitori della gestione Laforgia, di cui aveva fatto parte, e gli fu detto che l’avrebbe pagata cara. In effetti arrivò persino a denunciare il suo predecessore proprio per minacce, un’accusa ritenuta inconsistente dalla Magistratura. Giustizia a parte, il clima di scontro iniziò immediatamente dopo la subitanea defenestrazione di Oronzo Limone, avvenuta per una serie di irregolarità, denunciate proprio da Domenico Laforgia. Si trattava di eventi di rilevanza giuridica, che però poco avevano a che vedere con lo stato dell’Università. Prima Donato Valli e poi Gino Rizzo avevano impresso uno slancio poderoso all’Università di Lecce che, con Oronzo Limone, raggiunse il suo massimo sviluppo diventando Università del Salento. Il perno era il rinnovamento edilizio, e lo sviluppo prorompente dell’Istituto Superiore Universitario di Formazione Interdisciplinare, l’ISUFI, fortemente voluto da Rizzo e da Aldo Romano, assieme al progetto Catania Lecce. Limone capì le opportunità: creò un quarto settore ISUFI e portò il numero di studenti al massimo storico, moltiplicando il patrimonio reputazionale dell’Università. La sua caduta aprì l’era Laforgia, con il ridimensionamento dell’ISUFI e l’apertura di una conflittualità ininterrotta, culminata con le dimissioni del Direttore Generale per una registrazione effettuata da sindacalisti che denunciavano faccende non chiare nella gestione dei milioni di euro destinati all’edilizia. Laforgia passò indenne attraverso una serie di accuse e di “veleni” e, alla fine del suo mandato, assunse incarichi prestigiosi in Regione, mantenendo uno zoccolo duro di sostenitori che rese la vita difficile a Vincenzo Zara. Il rettorato di Zara, a fronte di un clima di scontro perenne, puntò tutto sulla didattica, per far risalire il numero di studenti dopo il tracollo della gestione Laforgia. La tendenza fu invertita con l’apertura di nuovi corsi di laurea, spesso non basati su comprovata eccellenza scientifica. Inoltre, non si è fatto molto caso all’esito delle valutazioni della ricerca e alle motivazioni che avevano reso “di eccellenza” un solo dipartimento di Unisalento, su otto. L’ISUFI è stata ulteriormente ridimensionata e, ad oggi, non si riesce a trovare chi la diriga.  

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