Bellezza e verità sono il fine di ogni ricerca

di Antonio Errico

Thibault Damour, classe 1951, francese, è professore di fisica teorica presso l’Institut des Hautes Études Scientifiques. È un esperto di relatività generale, che ha insegnato presso l’École normale supérieure. È specializzato nella teoria delle stringhe. La sua ricerca è orientata soprattutto sulla fisica dei buchi neri, delle onde gravitazionali, della teoria delle stringhe e della metrologia fondamentale.

A conclusione di un’intervista concessa a Nuccio Ordine per “La lettura” del “Corriere della Sera”, alla domanda se c’è un motto che ha ispirato il suo lavoro di scienziato, risponde che una volta, a Ravello, dove Wagner aveva trovato l’ispirazione per terminare il “Parsifal”, visitando la villa Ruffolo ha scoperto una lapide che celebrava il culto dell’arte e della scienza nell’eterna armonia del bello e del vero. Ecco, dice, “lo scopo principale della ricerca scientifica è proprio quello di indagare l’eterna armonia del bello e del vero”.

Altri, molti altri, prima di Damour, si sono ritrovati a constatare la relazione, forse intrinseca tanto a livello naturale quanto a livello culturale, che coinvolge le sfere concettuali di bellezza e verità.

Qualcuno lo ha fatto con le parole di una poesia. John Keats, per esempio, che conclude Ode on a Grecian Urn con questi due versi: “La bellezza è verità, la verità è bellezza-che è tutto/quanto sappiamo e dobbiamo sapere sulla terra”.

Qualcuno lo ha fatto con annotazioni ai margini del suo lavoro di scienziato.

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