Filosofia: solido legame tra scienza e letteratura

Sia pur vincolata al rigore logico e al confronto con il dato empirico (e, aggiungerei, al senso estetico trasmesso dalla struttura delle teorie), la scienza è di per sé una narrazione dei meccanismi che muovono i fenomeni catturati dalla nostra percezione: il nostro mondo. La scienza è, quindi, essa stessa filosofia, o meglio, un modo per declinare la filosofia.

Nella narrativa d’invenzione e nella poesia – in letteratura, per brevità – attraverso il racconto di una storia o il rincorrersi di versi si esprime il simulacro di una visione del mondo, almeno solo per analogia. Per sua natura, quella visione risiede su un substrato filosofico, esibito o nascosto che sia, comunque presente: un altro modo di esprimere filosofia.

Il fattore umano e lo scenario comuni suggeriscono, se non impongono, una domanda: Qual è e quanto è densa la connessione tra la letteratura e la natura del discorso scientifico? E non mi riferisco tanto a questioni d’ambientazione, a quella che chiamiamo fantascienza, con innata tendenza classificatoria, quanto a influenze, anche solo sotterranee, sul modo di concepire una narrazione, sulle scelte stilistiche adottate nell’esprimerla, perfino sul lessico.

Si pretende dallo scienziato un argomentare chiaro, riproducibile, di cui sia evidente il grado di approssimazione. Si richiede che i risultati della scienza abbiano fondamenta solide e limiti ben definiti, che siano il frutto di un processo critico razionale e che possano essere aggiornati, anche riducendone la portata a seguito di falsificazioni o di approfondimenti. Pensiamo alla scienza come all’emersione del pensiero razionale, anche e soprattutto in senso costruttivo: la capacità di ideare rappresentazioni interpretative della natura, modelli, quindi. Non richiediamo lo stesso atteggiamento al narratore o al poeta, anzi possiamo apprezzare racconti fantasmagorici o anche quasi solo affabulatori. È il caso della prosa fluviale, rococò nel suo confondere il tangibile con la visione allucinatoria, di Mircea Cărtărescu, specialmente nel primo volume del suo “Abbacinante” (Voland, 2018), peraltro intensamente influenzato dal lessico della biologia che suggerisce pagine da cui trasuda l’umidità della mucillagine, la vischiosità delle mucose, o si percepisce il rossore di tessuti nascosti, ma anche la sorpresa e talvolta il disgusto delle loro mutazioni. Il mondo stesso è raffigurato come un organismo in quel laboratorio biomedico che diventa la pagina scritta. D’altra parte, l’analisi critica razionale appartiene anche agli studi che classifichiamo come umanistici e ciò giustifica dizioni quali “scienze umane”, “scienze giuridiche”, “scienze politiche”, ed è anche pertinente alla narrazione, anzi né è talvolta l’evidente sorgente e giustificazione. Così accade a John Maxwell Coetzee nel rigore argomentativo, lessicale, perfino ritmico del suo raccontare. Il risultato è una prosa classica, asciutta ma non già udita, così equilibrata da richiamare l’esposizione di un teorema, perfino nella gestione della struttura visiva della pagina, come accade nel “Diario di un anno difficile” (Einaudi, 2009); è una prosa che emerge sia dall’asciuttezza del carattere di Coetzee, sia dalla sua formazione culturale.

Carattere personale, formazione e, con loro, lo spirito del tempo influenzano tutti, non ultimi narratori e poeti. Nelle interazioni che questi ultimi hanno con il pensiero scientifico – non tanto con i risultati della scienza, a volte difficilmente percepibili in assenza di un lessico comune con chi li ha prodotti, quanto con il modo di svilupparsi di quel pensiero – possiamo forse individuare influenze sui temi, sullo stile, sulla struttura narrativa, perfino influenze dovute al solo rifiuto di conoscere il pensiero scientifico. Discuterne vuol dire anche addentrarsi nel lavoro di qualche scrittore, oltre che teorizzare in astratto; implica leggere, perfino stimolare altri alla lettura, ciò che estende il dominio dei nostri pensieri, ci legge a sua volta, e non ci lascia soli.

[“Nuovo Quotidiano di Puglia” del 23 aprile 2019]

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