di Giovanni Bernardini
Oh sì, padre, attendimi sulla soglia
come quando, ragazzo, tornavo da scuola.
Eri lì, dietro i vetri, col tuo pallido sorriso,
ansioso di sapere buone nuove
degli studi. Non ti deludevo
e tu ne andavi fiero.
Avevi racchiuso in questo figlio
le speranze e l’amore
nella tua vita grigia di malato.
Ai piovosi pomeriggi d’autunno,
mentre la casa taceva né gazze
e colombi svolavano fra gli alberi,
affidavi il mesto pensiero
di non potermi vedere cresciuto.
Il tuo debole cuore si logorava
giorno dopo giorno
finché l’inverno portò il segnale
premonitore: non ti dava requie
l’affanno che poi divenne
rantolo atrocemente diffuso
per tutte le stanze.
Così scomparisti lasciandomi
di te, della tua tenerezza
solo questo antico ricordo
presente nell’intera mia vita.
Ed ora che, vecchio, sento prossima
la fine, ti prego, padre, attendimi
alla soglia come un tempo.
Io non ho certezze, ma questa
cara illusione mi conforta.
Attendimi, padre, alla soglia della morte
affinché possa ritrovarti
e stringermi ancora nel tuo abbraccio.