di Antonio Errico
Creatività è una parola complessa, stratificata, che attraversa campi vastissimi di significato, coinvolge sfere concettuali di ogni sorta, produce riverberanze, luci, ombre, trascoloranze, trasparenze opacità, evoca armonie di forme e disarmoniche esistenze, coerenze e contraddizioni, richiama passioni esuberanti, misteri profondi, ossessioni meravigliose e brucianti. Forse anche qualche rara, impercettibile felicità.
Sono esistite, esistono, creature che hanno realizzato, che realizzano forme perfette: una catena di parole, un corpo fatto di pietra, una realtà di soli segni, di soli colori. Ma spesso, forse sempre, quelle perfezioni provenivano e provengono da dolori lancinanti, da turbamenti più o meno segreti; qualche volta anche da lucide o cupe follie.
Non può esistere una definizione precisa di creatività. Ogni definizione ne esclude inevitabilmente altre; ogni definizione è inevitabilmente parziale, circoscritta, limitata. Non solo. Le definizioni di creatività mutano in ragione della prospettiva disciplinare che si assume, del contesto storico e culturale che si attraversa, degli strumenti che si hanno a disposizione per praticarla.