di Gigi Montonato
Quando a scuola s’insegnava ai bambini la grande importanza degli alberi, la loro utilità, la loro generosità, perfino la loro sacralità, ogni anno si dedicava loro un’apposita giornata, detta appunto “Festa degli alberi”. Fu istituzionalizzata nel 1923 e cadeva ogni anno il 21 novembre o il 21 marzo, a seconda delle condizioni metereologiche delle regioni, che in alta montagna non sono come in pianura.
Da allora non sono trascorsi secoli, solo pochi anni. I bambini, aiutati dai maestri e dalle maestre, piantavano filari di alberelli negli spazi pubblici degli abitati urbani, mentre la Forestale rimboschiva i dintorni non utilizzati dall’agricoltura. E’ stato così che i paesi si sono ritrovati con intere strade alberate, con giardini pubblici vere oasi di verde e di fresco, mentre negli spazi intorno ai centri abitati autentici boschetti rinsaldavano il terreno e trattenevano le piogge evitando smottamenti e allagamenti. Ovvio che gli alberi, essendo delle creature viventi, benché solo vegetali, hanno bisogno di assistenza e qualche inconveniente lo cauisano. Le foglie e i rami secchi che cadono, le radici che sollevano il piano stradale, la trasudazione di sostanze resinose e spesso anche infestazione di formiche ed altri insetti fastidiosi. Cose, queste, che ognuno sa, potendolo constatare perfino in casa sua, nel proprio giardino.