di Annie Gamet
Quando Gianluca Virgilio mi ha proposto di riunire, in vista della loro pubblicazione, l’insieme dei suoi testi che Walter Gamet ed io avevamo tradotto in lingua francese nel corso degli ultimi tre anni, ho accettato spontaneamente con immensa gratitudine. Comprendevo che, toccato profondamente dalla morte di Walter, un amico per lui, e per me il compagno di tutta una vita, mi tendeva affettuosamente la mano con un progetto comune, fedele al ricordo che entrambi custodivamo, per riavvicinarmi alla vita. Siamo impotenti di fronte al destino che ci priva della presenza di una persona cara, ma il nostro obiettivo era fare in modo che quel legame speciale tra noi tre durasse nel tempo, impedendo che il lavoro svolto insieme cadesse nell’oblio.
Poi il dubbio è sorto di pari passo all’inventario delle nostre traduzioni. Mi trovavo di fronte ad una serie di testi a prima vista eterogenei, sia per la forma che per il contenuto, scritti e pubblicati da Gianluca Virgilio in vari momenti della sua vita. Attingendo dalle sue opere, Walter ed io avevamo redatto queste traduzioni in base al nostro umore, semplicemente spinti dal desiderio di avvicinarci sempre più ad una riflessione, un pensiero, un sentimento in cui avremmo potuto rispecchiarci, mettendo a disposizione dei nostri cari ciò che aveva interessato in primis noi stessi. In che modo avremmo potuto far risultare questi testi, scelti nella più totale libertà senza un progetto editoriale, un insieme unico e coerente nella stessa raccolta? E con quale titolo?
Il piacere che ho provato nel rileggerli mi ha dato fiducia nel progetto. Così com’erano, nel loro disordine, con la loro varietà di toni, confermavano ancora una volta le ragioni che avevano guidato le nostre scelte; in ciascuno di essi ritrovavo i nostri dubbi, le nostre curiosità e la nostra soddisfazione quando ci sembrava che l’immersione nel testo straniero ci avesse portato ad una comprensione più profonda, una percezione più intensa del mondo che ci accomuna. La mia adesione al progetto è stata totale quando Gianluca mi ha reso partecipe della struttura compositiva della raccolta e del titolo che intendeva dare ad essa: La vie nue.