L’attività scientifica di Truesdell e il programma di Hilbert al Congresso internazionale dei matematici nel 1900
di Paolo Maria Mariano
Greenway declina da una collina dolce. Costeggia giardini dal prato all’inglese e dalla disposizione varia attorno a ville di stile che con qualche leggerezza si può perfino definire coloniale. Intorno si sviluppa Baltimora. Al 4007, sulla sinistra, andando giù dalla collina, vi è – per meglio dire, spero che ci sia ancora, visto che i miei ricordi visivi risalgono al 2002 – un edificio con caratteri palladiani, soprattutto all’interno, cui Clifford Ambrose Truesdell III, che ne fu proprietario, aveva attribuito un nome italiano: “Il Palazzetto”. Più che essere in parte una distratta civetteria, la scelta del nome scaturiva da una profonda attrazione del proprietario per il mondo classico, per il Rinascimento, per la cultura barocca, le cui tracce si trovavano nella scelta dei mobili, delle suppellettili, dell’arredamento tutto, dai due clavicembali che s’incontravano nell’atrio d’ingresso, guardati da sedie accostate ai muri d’intorno. I mobili e le suppellettili di valore furono messi all’asta da Cristie’s a New York nell’aprile del 2009. Johns Hopkins Gazette e Johns Hopkins Magazine diedero quell’anno la notizia sull’attenzione di Cristie’s per la mobilia dell’ex professore della Johns Hopkins University e riportarono il cospicuo risultato della vendita (più di un milione e mezzo di dollari, anche se per questa narrazione il valore economico non ha rilievo) di cui beneficiò il figlio avuto da Beverly Grace Poland, la prima moglie, Clifford Ambrose Truesdell IV, avvocato, attivista civile, scomparso d’improvviso l’anno successivo (era nato nel 1944). Nel 2008, invece, vi era stata l’ultima ora della seconda moglie di Clifford Ambrose Truesdell III (cui mi riferirò d’ora in avanti scrivendo soltanto Truesdell), Charlotte Janice Brudno, che ne era stata studentessa. Truesdell stesso era venuto a mancare al Palazzetto e al mondo il 14 gennaio 2000.