Ital-i-eni 16. Le molte ragioni di dover votare (Referendum del 17 aprile 2016)

di Paolo Vincenti

Il dibattito che si è scatenato in queste ultime settimane sul referendum del 17 aprile è davvero tonante, fra i sostenitori delle ragioni del sì e quelli delle ragioni del no. Tonante, il dibattito, nella forma degli accenti usati, e anche tonificante per la democrazia del paese, perché quando c’è passione civile, confronto, riflessione (“democrazia è partecipazione”) è una cosa buona.

Gli ultimi eventi di cronaca giudiziaria evidenziano come, al di là del confronto fra benefici e danni derivanti dall’estrazione del petrolio, quello che conta per governo e società petrolifere è lucrare, politicamente o economicamente, su questo enorme business, del quale una delle più povere regioni italiane, la Basilicata, è il più importante teatro. E questo porta agli scandali che hanno recentemente coinvolto la politica con le dimissioni del Ministro dello Sviluppo Federica Guidi e quelle paventate del Ministro della Difesa Pinotti. L’inchiesta, partita dall’indagine sui presunti illeciti sulla gestione dei rifiuti nell’impianto Eni di Viggiano, si è allargata all’affare Total di Tempa Rossa di Corleto Perticara e anche alla costruzione del porto di Augusta, con arrestati e indagati eccellenti, fra cui il Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio De Giorgi. Ora, prescindendo dai dubbi, dato che l’inchiesta è partita dalla procura di Potenza, che tutto si risolva in una bolla di sapone, come d’abitudine per la sciagurata procura lucana, possiamo riflettere sul fatto che la regione Basilicata faccia le spese di questa criminogena collusione politico finanziaria in termini ambientali e di salute pubblica. Venivano infatti smaltiti rifiuti tossici truccando i risultati delle analisi, e una concentrazione di gravi malattie come i tumori nella Val d’Agri è al vaglio degli studiosi e dei magistrati per capire se possa esserci una diretta correlazione fra l’ “allegro” smaltimento dei rifiuti operato dall’Eni e la precaria salute pubblica lucana.

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