di Antonio Errico
Guardate fuori dalla finestra, disse il maestro una mattina, una di quelle mattine di scuola che sembrano immobili e che invece passano più in fretta di cavalli sbrigliati sulla pianura. Guardate gli alberi di ulivo, guardate lontano, più lontano, e vedrete il mare.
Noi, in quella mattina di primavera, che rassomigliava un poco a queste mattine di primavera, un po’ calde, un po’ tiepide, un po’ fresche, guardammo fuori dalla finestra dell’aula della scuola elementare nella parte alta del paese, e scoprimmo, in lontananza, il mare. Ma più vicino c’erano gli alberi di ulivo, che sembravano, che erano un mare verde increspato dal vento di quella primavera. Fate in modo che resti tutto com’è, disse il maestro. Non bruciate, non sporcate, non rovinate. Questa è la vostra terra; è la vita che avrete. Non bruciate, non sporcate, non rovinate la vostra terra, la vita che avrete.
Mi accade di ripensare certe volte a quelle parole del mio maestro della scuola elementare. Era un sacerdote; era stato cappellano militare.