di Andrzej Nowicki
Essendo io autore della Filozofia snów (Filosofia dei sogni, Lublin 1993) e avendo una raccolta di seimila sogni, ho considerato la presenza di Giordano Bruno nel mio sogno come un evento naturale. Mi sono abituato alle visite notturne dei filosofi fin dal 1937 quando vidi in sogno Emanuele Kant che ballava con la sua fidanzata Metafisica. Poi, nel 1962 – sempre in sogno –, fui invitato assieme a Vanini al pranzo da un arcivescovo. Del resto già Lucrezio vedeva in sogno i protagonisti dei processi, accusatori e accusati, incontrarsi con gli avvocati e i giudici; gli imperatori coi re sui campi di battaglia; nautae …cum ventis degere bellum e i poeti scrivere poesie (De rerum natura, IV, 962-971). Sarebbe perciò assai strano essere storico della filosofia e non parlare in sogno coi filosofi.
Ora, quando Giordano Bruno mi fa visita e mi chiede di scrivere sulle metafore, non mi posso rifiutare. Sospendo ogni altro lavoro e mi metto a ricordare le meravigliose ore trascorse a Napoli nell’ottobre del 1963, quando, dopo la mia conferenza su Giordano Bruno, tutti i partecipanti mi lodarono ad eccezione di Bruno Lauretano. Il quale mi disse che non avevo capito la filosofia di Bruno e per confortarmi aggiunse che “anche per noi italiani Bruno è uno scrittore molto difficile”.
Fu l’inizio della nostra pluriennale amicizia. La mia risposta alla sua critica lo indusse ad invitarmi nella sua casa per continuare la conversazione su Giordano Bruno.
A via Scipione Capece, dove abitava, portai con me il mio libro in polacco Le categorie centrali della filosofia di Giordano Bruno (Warszawa 1962) perché Lauretano, che aveva scritto un libro sulle metafore bruniane, voleva conoscere esattamente tutto ciò che io nel mio libro avevo scritto sull’argomento.
Nel mio libro ho esaminato le seguenti metafore:
– Filosofia = “mia tanto amata madre” (p. 130 del mio libro);
– Filosofia e suoi strumenti concettuali = “officina artificis qui omnia […] proferat […] galeam, scutum, ensem, hastilia, vexilla, timpanum, tubam […] omnia militis armamenta” (p. 98);
– Investigazione, ricerca scientifica = venatio, caccia (p. 208);
– Educazione = capacità di aiutare gli allievi ad “explicare alas” (p. 63);
– Materia = mater, tutto viene dal grembo di questa madre (p. 130 e altre);
– Terra = “grande animale e nume” (p. 131);
– Uomo che ha rinunciato a pensare con la propria ragione = asino;
– Storia = [argano, tornietto, arcolaio – mie traduzioni della parola bruniana vicissitudo, pp. 153-156];
– Fanatici che seminano odio confessionale e fomentano guerre religiose = scorpioni, vipere (p. 56).
Queste e tante altre sono le metafore usate da Bruno che si può dire che egli abbia superato tutti gli altri filosofi.
Dopo aver riflettuto Lauretano volle conoscere il contenuto di tutti i dieci capitoli del mio libro:
1 – il concetto di “modus loquendi”,
2 – il concetto del “modo metaforico” di dire,
3 – lotta bruniana sull’interpretazione della teoria di Copernico,
4 – il concetto di “modus investigandi” e il pluralismo metodologico di Bruno,
5 – il concetto di “prassi” e di “magia”,
6 – la metafora di “madre” e il concetto della “materia”,
7 – il concetto della “vicissitudo”,
8 – la “divinità” della natura e la realtà di “innumerabilia”,
9 – Bruno e le “vere religioni”,
10 – la gerarchia bruniana dei valori.
Così Bruno Lauretano fece l’ingresso nel mondo delle Categorie centrali della filosofia di Giordano Bruno, il primo italiano a studiare il mio libro ma anche il primo a segnalarlo ad altri filosofi italiani pubblicando una recensione sul “Giornale Critico della Filosofia Italiana” (anno 43, nr. 3, luglio-settembre 1964, pp. 439-441).
Così si legge: “Il prof. Nowicki ha esaminato con attenzione severa e puntigliosa i luoghi bruniani in cui si parla di metafora. Si è trattato di una laboriosa indagine lessicale che può essere riassunta nel seguente prospetto statistico: la parola metafora, in una e con parole derivate dalla stessa radice, appare nel corpus bruniano 63 volte in 58 brani […] si trova qui il termine metaforicheggiare, un incisivo neologismo bruniano […]. Suggestiva è anche la distinzione tra superficie e midollo della significazione”.
Bruno Lauretano era un professore all’Università di Napoli. Da allora ebbi rapporti amichevoli con lui e con tutta la sua famiglia. Il nostro primo incontro avvenne alla mia conferenza su Giordano Bruno all’Università di Napoli il 14 novembre 1963. Cui seguirono altri incontri. Mi accompagnò a visitare Cuma e Pozzuoli. Nel 1966 visitammo Caserta Vecchia. Il 13 dicembre 1966 era presente alla mia conferenza su Vanini. Nell’ottobre del 1972 fummo insieme a Pavia al XXV Congresso Nazionale di Filosofia.
[“Presenza taurisanese” anno XXXVI n. 304 – Settembre 2018, p. 6]