Per Rocco Coronese

di Paolo Vincenti

Forse il più compiuto omaggio all’arte di Rocco Coronese, pittore e scultore parabitano, è stato reso con il libro Rocco Coronese, per opere, per luoghi, per parole, pubblicato dal Comitato “Gli amici di Rocco Coronese”, nel 2012 in occasione del decennale della scomparsa. In realtà, i tributi a Rocco Coronese iniziarono prima della pubblicazione del libro, già in giugno di quell’anno, quando il Centro di Cultura “Il Laboratorio” distribuì una elegante brochure, stampata da Officina, con un ricordo dell’artista scomparso da parte di alcuni amici e operatori culturali del luogo, i quali chiedevano in una lettera aperta all’Amministrazione Comunale parabitana una urgente riapertura del Museo del Manifesto, ossia la creatura più importante e forse adorata da Coronese. All’interno dell’agile opuscoletto, due interventi firmati da Aldo D’Antico ( “Rocco Coronese, il poeta della terra”  e “Un costante ricordo”) e uno da Paolo Vincenti ( “Rocco Coronese: manifesto all’arte”). Rocco Coronese era nato a Parabita, nel 1931. Aveva iniziato la sua attività come pittore, frequentando, negli anni Cinquanta, gli ambienti artistici romani. Dalla fine degli anni Sessanta, aveva iniziato l’attività di scultore che lo aveva portato ad esporre nelle maggiori città italiane. Sono numerose le manifestazioni organizzate da Coronese in spazi aperti, come a Roma, Lecce, Parabita, seguendo l’innovativo progetto di valorizzare, attraverso questi eventi artistici, anche i luoghi che li ospitavano e la loro storia. A Parabita, aveva realizzato, per il Parco Comunale, la grande Fontana centrale, i cancelli e la pavimentazione. Fin da quando era giovane studente, Coronese aveva fatto di Roma la sua patria d’elezione: qui, aveva conosciuto la moglie e con lei aveva messo su famiglia, ma il suo cuore era sempre a Parabita. Nella sua veste di esperto di grafica e comunicazione d’immagine, collaborava con diverse riviste nazionali, con aziende pubbliche e private ed anche, quando Sindaco della Capitale era Argan, famoso critico d’arte, con l’Ufficio Stampa del Comune di Roma. La stessa  città di Roma gli organizzò una mostra riassuntiva di sculture in Piazza Margana. Teneva anche prestigiose collaborazioni con la Rai, con il Coni, con diversi Enti Pubblici, Scuole statali. Aveva realizzato marchi per importanti aziende, tra cui la nostra Banca Sud Puglia, oggi Popolare Pugliese. A Roma fece molte amicizie, come quella con Vittorio Bodini,  quella con Cesare Zavattini, con il quale condivideva la passione per il collezionismo di “mini quadri”, ecc. All’attività artistica, univa la sua professione di docente:  insegnante di grafica pubblicitaria all’Accademia di Belle Arti di Lecce e, in seguito, di Plastica ornamentale all’Accademia di Belle Arti di Frosinone, di cui era anche Direttore. L’idea di raccogliere dei manifesti e di creare uno spazio apposito per contenerli gli venne sul finire degli anni Settanta e, nel 1982, riuscì a realizzare questo ambizioso ed innovativo progetto, con l’apertura del Centro di attività per la comunicazione-Museo del Manifesto che, oggi, conta più di 70.000 pezzi. Nell’84, venne tenuta una grande mostra: “ Il manifesto Polacco: Cinema Teatro e Musica”, in collaborazione con l’Ambasciata della Polonia in Italia. L’attività del Museo, a Parabita, si arrestò nel 1987, a causa di problemi logistici, ma Coronese continuò ad organizzare eventi in altre località italiane.  Trovò nuovi stimoli ed interessi culturali a Ferentino, un piccolo ma significativo paese in provincia di Frosinone, dove nel frattempo si era stabilito, stanco del traffico e della frenesia dell’Urbe. In quel paese, grazie al grande interesse dimostrato dall’Amministrazione Comunale, si poté realizzare una nuova sezione del Museo del Manifesto, strettamente collegato a quello di Parabita, e le attività iniziarono già nel ‘96. Nel  ‘97, presso l’Unione Industriali di Frosinone, in collaborazione con l’Ufficio Culturale Cinese in Italia, si tenne la mostra “Immagini dalla Cina”. Nel 2002, l’Amministrazione di Parabita,  ha destinato  finalmente al  Museo un’ala di Palazzo Ferrari, dove poter svolgere l’attività del Centro e, nel giugno di quello stesso anno, si è tenuta la  1° Mostra tematica,  “L’Arte nei Manifesti”, di cui ha riferito tutta la stampa locale. Quella di Parabita è diventata, così, una sezione distaccata del Museo di Ferentino e questo ha portato ad un gemellaggio fra i due Comuni, nel nome di Rocco Coronese. Coronese, per la sua attività di pittore e scultore, compare anche nella Storia dell’Arte del 900 di Giorgio Di Genova (Bora 2000). Stroncato da un ictus, morì nell’agosto del 2002 nell’ospedale di Frosinone. In occasione del decennale, appunto, si è costituito un comitato spontaneo di amici del Coronese, fra i quali, in primis Marcello Seclì, che tributarono un ricordo, il 5 agosto 2012, in Piazza Umberto I a Parabita: Ricordando l’artista, il docente e il promotore culturale. In quell’occasione, presero la parola il Sindaco di Parabita, Alfredo Cacciapaglia, poi Antonio Camisa, Luigi Scorrano, Franco Seclì, Marcello Seclì, componenti del Comitato, e Federica Coi, laureanda in Beni Culturali.  Brani musicali vennero eseguiti dal Coro della Parrocchia “S.Antonio”, diretto da Aurora Nicoletti e accompagnato da Anna Maria Camisa. Ma fu a settembre che la commemorazione entrò nel vivo. Innanzitutto con la pubblicazione del sopracitato volume Rocco Coronese, per opere, per luoghi, per parole, patrocinato dal Comune di Parabita, da Provincia di Lecce, Presidenza Giunta Regionale, Università del Salento, Accademia Belle Arti di Lecce, Liceo Artistico “Giannelli” di Parabita, e sostenuto finanziariamente da Banca Popolare Pugliese. Con una Introduzione  del professor Luigi Scorrano, il libro riporta le Presentazioni di Alfredo Cacciapaglia, Simona Manca e “gli amici di Rocco Coronese”.  Scorrano ripercorre tutta la intensa parabola umana e professionale di Coronese, dai suoi inizi come pittore alla successiva e piena affermazione come scultore, le sue mostre, i lusinghieri giudizi critici ricevuti, la sua carriera di docente e direttore dell’Accademia di Belle Arti, il suo carattere di uomo schivo ma vulcanico quanto ad idee e nuovi progetti. Scorrano ricorda la puntigliosità e la ricerca della perfezione, le sue frequentazioni romane, le realizzazioni, tante, in tutta Italia, e nella sua amata Parabita. “Un’operosità, la sua, da mantenere non nelle zone inerti della memoria, ma nella dinamica dei quotidiani accadimenti”. Nel libro, si ripercorre la carriera del Maestro attraverso la pubblicazione dei cataloghi delle sue mostre, da quella tenuta alla Galleria “La Cornice” di Verona nel 1959, e quella della “Libreria 4 fontane” a Roma nel 1963, con testo critico di Piero Studiati Berni. Poi, la mostra alla Galleria “Il cerchio”, Roma, nel 1964, con testo di Alfredo Mezio; alla Galleria d’arte “L’incontro” a Taranto, 1964, con testo critico di Vittorio Bodini; al Palazzetto dell’arte di Foggia, 1965, con testo di Giuseppe Cassieri, e alla “Galleria 2000”, Roma, 1966, con testo di Oreste Ferrari. Come si vede, tutto il ghota della critica d’arte dell’epoca scrisse di Coronese. Si continua con la mostra in Via Margutta a Roma nel 1969, con giudizio critico di Giorgio Tempesti, alla Galleria “Duomoundici” di Spoleto, nel ’73, presentato da Rosario Assunto e Franco Ferrara; la mostra “Sculture in Piazza Margana”, Roma, 1974, con testo di Italo Mussa, “Sculture nella città”, organizzato da Centro di Cultura T.Fiore e Pro Loco a Parabita, nel 1976, con presentazione  di Toti Carpentieri, Sandra Orienti e Giovanni Seclì; la mostra alla Galleria d’arte “La Cruna”, Novara, nel 1988, presentato da Marco Rosci, quella a Parabita nel ’91, con testo di Luigi scorrano;  e quella a Ferentino, a cura della Pro Loco, nel ’94, presentato da Giovanni Quaglino. Seguono poi, nel libro, le testimonianze di amici ed estimatori, quali Toti Carpentieri, Aldo de Bernart, Giovanni Giangreco, Sandro Greco, Marina Pizzarelli e Antonio Romano. Molto dettagliata la biografia del maestro, a cura di Federica Coi. Il volume è aperto e chiuso da due belle poesie di Coronese.

Scrivono gli amici: “semplice e diretto Rocco Coronese sapeva coinvolgere, sapeva dare e domandare il giusto per nobili fini. Egli riusciva ad affascinare con la sua capacità di stare fra la gente, semplicemente. Pur essendo mancato per alcuni anni, ad ogni suo ritorno si sentiva a casa più di tanti che erano rimasti. Di fatto non si era mai allontanato da quella cultura orgogliosamente sua, suo punto di forza. Parabita ed il Salento, dunque, origine e fine. Grande comunicatore e promotore culturale, Rocco Coronese, nella sua straordinaria esperienza di artista e creativo, ha utilizzato vari linguaggi che ora vogliamo riproporre in alcune iniziative culturali per quanto è nelle nostre possibilità. Con l’auspicio che questo territorio sappia apprezzare e valorizzare le sue opere più di quanto non abbia fatto fino ad oggi…”. Infatti, dal 15 settembre al 7 ottobre 2012, si svolsero diverse manifestazioni culturali in tutta la città di Parabita che erano volte a lumeggiare la grande poliedricità e la varietà di interessi dell’artista Coronese, in quasi cinquant’anni di attività. Dall’arte pittorica, prevalentemente figurativa, con la mostra “ I linguaggi della figurazione”, che si teneva nella Chiesa dell’Immacolata, alla ricerca materica, con la mostra “Applicando l’arte”, presso i locali di Via Vittorio Emanuele 3, dove si focalizzava l’attenzione sui vari marchi, manifesti, sculture in genere (cancelli, ringhiere, fontane, portoni, monumenti), in cui Coronese esplicava la grande inventiva e al tempo stesso manualità, in una estrema sintesi artistica. Dalla mostra sulla fotografia, altra passione del Nostro, “Percorsi fotografici”, nei locali di Via Vittorio Emanuele 3, alla mostra “L’impegno culturale”, presso Palazzo Ferrari, sull’attività di insegnante ed educatore, fino al parallelo e lungo impegno per la nascita del Museo del Manifesto di Parabita e dell’omologo di Ferentino. Parallelamente alle mostre, varie plance pubbliche per le vie della città, “Segni e forme nello spazio”, testimoniavano un’altra fase della sua ricerca artistica, ossia lo studio delle forme geometriche. Come si può vedere, l’artista intesseva un dialogo continuo, serrato, con l’arte, cercando nella varietà delle soluzioni, la risposta alle proprie domande. Egli era anche convinto della funzione sociale dell’arte. “L’apertura verso gli altri è totale”, scrive Scorrano. “Coronese esercita, si può dire, un’azione di affrancamento dal pregiudizio e dalla asfitticità di posizioni separanti. Percepisce la novità”. Infatti, ben presto abbandonò la pittura passando alla scultura. “Le sculture in ferro di Coronese sono indicative di un inedito discorso nel quale si esaltano i valori della manualità: il ferro è piegato dal fuoco come nella tradizione della tecnica fabbrile: un modo per ridare umanità al materiale e all’opera che se ne compone”. Scorrano commenta con grande attenzione gli scritti critici che si sono susseguiti negli anni sull’attività artistica di Coronese a firma dei prestigiosi nomi prima riportati. “Coronese aveva la gioia nel comunicare”, sostiene, “era, lui, un efficace comunicatore.  Non teneva avaramente per sé ciò che progettava e realizzava; la sua attenzione ai luoghi si esprimeva non in forme di nostalgia ma nella dinamica delle proposte per quei luoghi…”. Sabato 15 settembre 2012 dunque, si tenne l’inaugurazione delle mostre e la presentazione del libro, con interventi del Sindaco Cacciapaglia, della vice Pres Giunta Regionale Loredana Capone, del Direttore Accademia Belle Arti Lecce Claudio Delli Santi, del Pres Provincia Lecce Antonio Gabellone, del Dirigente dell’Istituto d’arte “Giannelli” di Parabita Cosimo Preite e dello scrittore Luigi Scorrano. Giovedi 27 settembre poi, l’incontro “L’esperienza artistica e culturale di  Rocco Coronese”, con gli interventi dei critici d’arte Toti Carpentieri e Marina Pizzarelli, di Giovanni Giangreco, della Soprintendenza Beni Architettonici e Paesaggistici Lecce, e dell’artista Sandro Greco. Domenica 7 ottobre, l’incontro “Insieme ricordando Rocco”, aperto ad interventi liberi di amici e conoscenti, allievi, colleghi. Nel contempo, nella Chiesa dell’Immacolata dove si teneva una delle mostre, veniva distribuito il libro “Per opere, per luoghi, per parole”. Una grande occasione per conoscere la figura di questo importante artista salentino o di riscoprirla.

[in Note di Storia e Cultura Salentina, Società di Storia Patria per la Puglia , Sezione Basso Salento, XXVII, Lecce, Edizioni Grifo, 2017.]

 

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