di Luigi Scorrano
La formula, non c’è che dire, è indovinatissima. Chi l’ha inventata sarà stato debitamente onorato non con laudi vane ma con qualcosa di più consistente: facciamo … con qualche assegno. La cosa ci può incuriosire ma niente di più. Sono, Invece, la formula e la sua applicazione che stimolano qualche riflessione. Diciamo pure: qualche riflessione inutile. Nulla di male. La nostra vita è un cumulo di riflessioni inutili: non è nulla di grave se la adottiamo per riflettere su un argomento decisamente ozioso. Non vanamente ozioso, però.
La scena. Un signore piazzato davanti a un televisore dal quale fluisce una serie sconsiderata di inviti agli acquisti di tutto ciò che è perfettamente inutile ma che ci viene presentato come: a) miracoloso; b) sicuramente efficace (come miglioreranno le prestazioni di un anziano signore che ormai trascurava ogni approccio con la moglie per debolezza di risposta dell’organo a ciò (?) designato). Il bel paese sembra uscire asfissiato dalla montagna di biscotti sotto la quale è stato sepolto per un eccesso di produzione; eccetera. Anche le farmacie, luoghi deputati della ricerca di rimedi buoni per la nostra salute sembrano magicamente essere diventate succursali dei venditori di marmellate o di sugo di pomodoro: e il sorriso di chi serve al bancone degli acquisti è un invito che viene offerto gratuitamente ma poi scopri che non è così. Torniamo alla nostra ‘visione’. Dunque: un televisore in funzione, un signore che lo guarda ma forse non lo vede, e la pubblicità che propone la gioia di consumare prodotti commestibili e l’esultanza delle tante cuoche d’Italia che hanno finalmente raggiunto l’ambito traguardo d’una frittata raffazzonata e che rifileranno al marito con l’insistenza con la quale chiederebbero quella che un tempo avrebbero considerato una prova d’amore. Ma, circostanza straordinaria! il signore seduto davanti al teleschermo non intende informarsi delle novità riguardanti i biscotti o i preservativi di nuova generazione: vorrebbe riuscire a leggere, durante la trasmissione dei telegiornali, almeno una delle fasce che scorrono contemporaneamente al piede dei filmati. Impossibile. Chi ha deciso che scorressero non proprio alla velocità della luce ma quasi ha pensato che la velocità fosse un dato acquisito anche da tanti pensionati che fanno fatica a leggere anche con gli occhiali deve convenire d’aver sbagliato. Due o tre notizie appaiono simultaneamente sul teleschermo, ma il signore che osserva non riesce, a causa della mancante giusta velocità, ad acchiapparne almeno una. Gli occhi si rifiutano di aderire alla bella trovata della lettura simultanea oppure sono fatti come quelli di cui sono dotati quei personaggi di fumetti che riescono a fronteggiare multiple situazioni di rischio e sparare con tre pistole alla volta. O essere dotati di una particolare conformazione facciale che permette loro lo sviluppo di organi particolari che consentono di decifrare, scorporandole l’una dall’altra, parole diverse che compongono nuove parole. Inutile, come s’è detto, discettare sul vuoto. Continueremo ad inseguire le notizie simultanee (cascame di futurismi passati?) e ci rassegneremo a prendere atto che forse abbiamo disimparato a leggere comprendendo quello che ci viene comunicato e ci alleneremo a praticare la simultaneità di scritture (notizie) diverse che, forniteci tre per volta contemporaneamente, ci consentono di risparmiare tempo e fatica.