di Paolo Vincenti
Seguo da alcuni anni il percorso artistico di Claudia De Blasi, ex maestra elementare, originaria di Salve. Le nostre strade si sono spesso incrociate in occasione di mostre collettive, organizzate dall’Associazione culturale La Fornace, che sono stato chiamato a presentare, oppure in concomitanza con qualche presentazione dei miei libri a cui lei ha cordialmente presenziato. Ora Claudia De Blasi espone le sue opere presso la galatinese galleria d’arte del maestro Luigi Latino, anch’egli sodale della Fornace e amico di lungo corso. “Oltre l’apparenza” è il titolo della mostra. Piccoli quadretti, sul modello di quelli realizzati da Latino, con immagini metafisiche fra le volute dei colori morbidi ma decisi, vivaci ma caldi, avvolgenti. Simili grovigli rimandano alla corrente artistica dell’astrattismo perché le opere esulano da una visione oggettiva della realtà, secondo la lezione di Kandisky, con un’astrazione pura che lascia allo spettatore totale libertà di interpretazione. I colori favolistici partecipano di quell’elemento irrazionale che ingenera empatia in chi guarda. Scopriamo, in questo ciclo di opere, tensione verso l’Informale, la pittura per la pittura.
L’altro ciclo molto interessante è il ciclo delle donne, esposto la scorsa estate in quel di Torre Vado, marina di Morciano di Leuca. In queste donne dagli sguardi così luminosi, dai tratti somatici segnati dal cromatismo intenso che è cifra stilistica della De Blasi, possiamo cogliere il messaggio di cui l’artista è portatrice: la passione per la vita che si sprigiona in tutta la sua forza prismatica, nel diluvio di colore delle sue tele. Queste donne sono una galleria di tipi umani, che sembrano andare a comporre un trattato sulla psicologia in pittura. Il capo di Leuca è casa per la De Blasi e la sua ricerca pittorica senz’altro si materia dei colori accesi terrigeni, rosso forti, blu splendenti, giallo sole, del paesaggio leucano. In questo ambiente larico, ancestrale, in cui la creativa è nata e cresciuta, si troverà buona parte della sua ispirazione, nelle sue radici profonde le motivazioni del suo dire in arte, nella cultura del popolo leucano la trama della sua narrazione pittorica. Ma una riproposizione degli stilemi dei maggiori sarebbe stata anacronistica, solo stanca ripetizione, e la De Blasi, rifuggendo la maniera, cerca una originalità, un proprio sguardo sul mondo, sposando la tradizione nell’innovazione. La sua proposta mi pare interamente convincente, come gradita la sua colleganza artistica e amicale.