di Gianluca Virgilio
Questa volta ce ne andremo al mare. Scegliamo una domenica mattina d’aprile, una mattina di tramontana pulita, che il sole ancora non è tanto caldo, da consigliare di rimanere in casa; mettiamoci in macchina comodamente verso le dieci e andiamo verso la marina più vicina: Santa Maria al Bagno. Da Galatina, facendo la strada che passa per Galatone, la più breve – sono solo diciotto chilometri – in venti minuti ci si arriva. Ma oggi faremo un’altra strada, di qualche chilometro più lunga, ma certamente più suggestiva. Prendiamo la via di Collemeto, che è un piacere percorrere in questa stagione in cui la natura sembra essere esplosa, tanto che anche la strada, invasa dalla vegetazione, appare più stretta del solito. I vigneti sono verdi, i seminativi punteggiati dal rosso dei papaveri ondeggiano già alti al soffio della brezza e le margherite gialle corrono lungo tutta la carreggiata, sicché noi passiamo in questa piana verdeggiante come in trionfo.
Il respiro è profondo e la salute tiene: che c’importa del resto?
Ci complimentiamo col contadino che fatica per offrirci un simile spettacolo, e coi cinesi che pare gestiscano una bella porzione di queste contrade, perché il paesaggio che noi vediamo non è opera della natura, ma dell’arte del coltivare. Se l’auto potesse procedere più piano, fino a fermarsi senza intralciare la circolazione, ti farei dimenticare il mondo intero con la visione di un siliquastro fiorito, una chiazza fucsia nel verde della campagna, o d’un tronco di fico simile a una scultura surrealista o, prima di Collemeto, verso lu Pindaru, con la visione d’un boschetto di olivi centenari, che per ora i nostri simili hanno risparmiato. Per ora. Nei dintorni pare che vogliano costruire un grande centro commerciale. Non so tu, ma io non ne sento la necessità, tanto più che mi sembra di perdere molto tempo inutilmente facendo la spesa in luoghi così grandi.
Una volta superato Collemeto, prendiamo lo svincolo per Gallipoli ed entriamo nella superstrada proveniente da Lecce, che, almeno in alcuni tratti del suo percorso, è sopraelevata rispetto al piano della campagna, e questo ci consente di allungare un po’ lo sguardo sul mondo. Stiamo attraversando un territorio agricolo equidistante dai comuni maggiori della zona: Galatina, Galatone, Nardò e Copertino; un territorio che la costruzione della superstrada negli anni Settanta ha solo tagliato senza grandi modifiche agrarie: boschi d’olivi e vigneti, salvo poche eccezioni, non hanno lasciato il posto a capannoni industriali e fabbriche, ma solo a qualche casa sparsa qua e là, appena visibile tra gli alberi e qualche masseria isolata.
Dal piano rialzato della superstrada, man mano che procediamo in direzione di Gallipoli, in lontananza, sulla destra, si vede chiaramente, distesa tra il verde dei campi, una larga chiazza di color bianco: è la città di Nardò, che sonnecchia sopra la marina. Più avanti, a sinistra, s’allunga Galatone, quasi sopraffatta dalla vegetazione in cui è immersa e da cui sembra far capolino con le sue belle case. Noi l’abbiamo oltrepassata, ed ora abbiamo imboccato lo svincolo che conduce a Santa Maria al Bagno. Una volta sulla provinciale Galatone-Santa Maria, ci si sente già al mare. Lungo il suo percorso è tutto un susseguirsi di ville e villette costruite per la villeggiatura. D’estate il villeggiante può godere non solo della vicinanza del mare, ma anche della campagna, la cui aria ciascun proprietario contribuisce a rendere salubre e balsamica con la messa a dimora di tante piccole pinete che costeggiano la strada, a schermo delle polveri e del biossido di carbonio prodotti dal traffico di vacanzieri e diportisti.
Ancora qualche chilometro e, dopo la grande rotonda che divide il traffico della Gallipoli-Taranto, lasciato alla nostra sinistra il villaggio Santa Rita, iniziamo la discesa verso il mare. Conviene prendere la strada a sinistra, che porta alle Quattro Colonne, per evitare di contribuire ulteriormente alla distruzione della strada che s’appoggia al costone. In realtà, sapete dove stiamo andando? Al mercatino domenicale di Santa Maria al Bagno. Gli amministratori locali lo hanno allogato in un parcheggio pubblico, alle spalle delle case che si affacciano sulla piazzetta di Santa Maria, proprio sotto la strada che minaccia di franare con tutto il costone della montagna. Qui, la domenica, anche d’inverno, si danno convegno il venditore di scarpe, di indumenti, di articoli per la casa, il salumiere, lu nocellaru, il venditore di sementi, il contadino che vende il suo prodotto a bordo dell’ape proveniente direttamente dalla campagna, il fruttivendolo e, se sei fortunato, puoi comprare del pesce fresco a poco prezzo, pescato la notte stessa dall’ultimo giovane pescatore del luogo. Altro che mega-centro commerciale! Qui puoi fare la spesa all’aria aperta e sentire il sapore dello iodio che viene dal mare; e ti è ancora concesso anche di contrattare coi commercianti; poi, quando hai finito di fare la spesa, a due passi c’è uno dei lungomari più belli del Salento. C’è chi fa footing, chi va in bicicletta, chi porta il cane a spasso, chi i bambini a prendere una boccata d’aria, chi, come noi, lento pede, passeggia guardando il mare brillante sotto il sole d’aprile. Domani comincerà un’altra settimana di lavoro, ma noi ci porteremo dentro l’immagine meravigliosa del mare infinito, l’immagine che riassume tutte le altre, e nulla e nessuno ce ne potrà distogliere.
(2014)