Luigi Corvaglia: una figura da riscoprire

di Antonio Lucio Giannone

Luigi Corvaglia è uno dei principali esponenti della cultura salentina del Novecento. Autore di un unico ma notevole romanzo, Finibusterre, di quattro commedie, di vari studi su Giulio Cesare Vanini e  su altri filosofi del Rinascimento, di interventi sul  pensiero politico di Mazzini, nel corso della sua attività ha dimostrato una insolita versatilità. Nato a Melissano nel 1892, si laureò  prima in giurisprudenza a Pisa nel 1914 e poi in filosofia a Torino nel 1921. Dopo aver svolto attività politico-amministrativa nel suo paese, nell’immediato secondo dopoguerra ebbe un’esperienza nel partito d’Azione e poi fu tra i fondatori del partito Repubblicano leccese. Successivamente si trasferì a Roma, dove continuò a lavorare assiduamente, producendo numerosi studi di carattere filosofico, alcuni dei quali ancora inediti, fino alla morte avvenuta nel 1966. Fece parte dell’Accademia salentina fondata da Girolamo Comi, ma visse sempre un po’ appartato sia nella terra d’origine che nella capitale, pur essendo in contatto con personalità di primo piano della cultura nazionale.

Nonostante la sua indubbia rilevanza, però, Corvaglia non ha ricevuto un’attenzione adeguata da parte degli studiosi. Scarsi sono infatti i contributi critici su di lui pubblicati in questi ultimi decenni. Dopo l’incisivo profilo tracciato da Aldo Vallone nel 1971, in un articolo  apparso sulla “Zagaglia”  e ora compreso nel volume Scritti salentini e pugliesi, a cura di Giancarlo Vallone (Galatina, Congedo, 2003), i soli ad occuparsene sono stati  Donato Valli che nel  1981 scrisse  un’acuta Introduzione  a Finibusterre, in occasione di una ristampa fotomeccanica presso Congedo di Galatina,  e  Gino Pisanò che tra il 1991 e il ‘94, in collaborazione con Maria Corvaglia Aprile, figlia di Luigi, curò la ristampa dei  vari tomi delle Opere di Giulio Cesare Vanini e le sue fonti, sempre con Congedo.

Bene perciò ha fatto l’Amministrazione comunale di Melissano ad avviare un progetto biennale che mira allo studio e alla valorizzazione della sua opera, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa. Il primo atto di questo progetto è rappresentato dal volume di Cosimo Scarcella Introduzione allo studio di Luigi Corvaglia da Melissano (Tuglie, Tipografia 5emme, 2017), pubblicato con il contributo di Caroli Hotels.  Il libro vuole essere appunto un’utile guida per una prima conoscenza della figura e dell’opera di Corvaglia, in vista  di ulteriori, necessari  approfondimenti, i quali potrebbero venire, ad esempio, da un Convegno nazionale di studi, con cui si  potrebbe chiudere degnamente questa lodevole iniziativa, se si vuole dare ad essa un respiro più ampio, come questo poliedrico intellettuale merita.

Diviso in cinque capitoli, il libro di Scarcella, privo purtroppo di una bibliografia delle opere e della critica, passa ordinatamente in rassegna i vari aspetti della produzione di Corvaglia. Nel primo capitolo però l’autore delinea un sintetico profilo dello scrittore sullo sfondo del contesto storico-culturale italiano della prima metà del Novecento, mettendone in rilievo la costante tensione morale che lo ha animato nel corso della sua attività. Corvaglia viene da lui definito “un solitario in cerca dell’infinito” e anche “filosofo della libertà, umana e professionale”. Questa definizione richiama il motto “Giustizia e libertà” di Giuseppe Mazzini che Antonio Vallone, suo professore presso il Liceo “Colonna” di Galatina, gli fece conoscere durante gli anni di studio e alle cui idee rimase sempre fedele nel corso della sua vita. In questo capitolo l’autore accenna anche ai principali rapporti che Corvaglia ebbe con personalità di alto livello culturale, come Antonio De Viti De Marco, Gaetano Salvemini, Giuseppe Rensi, Giorgio Del Vecchio.

Il secondo capitolo è dedicato alle ricerche filosofiche e, in particolare, a quelle, assai controverse,  su Vanini che si concretizzarono in due volumi editi tra il 1933 e il ‘34 e in altri saggi apparsi nei decenni successivi. Questi studi, nei quali Corvaglia andò alla ricerca delle “fonti” delle opere vaniniane, secondo una metodologia  tipica della “Scuola storica” di fine Ottocento, lo indussero a parlare di un “plagio gigantesco” compiuto dal filosofo di Taurisano. Le sue ricerche vennero accolte con favore da alcuni studiosi tra i quali Giovanni Gentile, Guido De Ruggiero e Karl Vossler, mentre suscitarono riserve in altri come Émile Namer e Rodolfo Mondolfo. Altri ancora lo attaccarono violentemente per queste sue posizioni. Tra questi spicca un altro studioso e traduttore delle opere di Vanini, Guido Porzio, con cui si sviluppò una feroce polemica che scese anche sul piano personale. Le tesi di Corvaglia oggi sono ampiamente superate dalle successive ricerche condotte negli ultimi cinque-sei decenni dallo stesso Namer, da Antonio Corsano, Giovanni Papuli, Andrzej Nowicki, Francesco Paolo Raimondi e altri, i quali hanno rivendicato l’originalità del suo pensiero. In ogni caso bisogna riconoscere a Corvaglia il merito di aver rivolto, tra i primi nel Novecento, un’attenzione ravvicinata, di carattere filologico, ai testi di Vanini e di averne favorito la diffusione e la conoscenza. Oltre al filosofo di Taurisano, comunque, egli si occupò anche di altri pensatori del Rinascimento come Giulio Cesare Scaligero, Girolamo Cardano e Cesare Rao.

Corvaglia scrisse anche quattro commedie, La casa di Seneca (1926), Rondini (1928), Tantalo (1929), S. Teresa e Aldonzo (1931), che, a giudizio di Scarcella che le esamina nel terzo capitolo, rientrano nel filone del dramma borghese di fine Ottocento di cui i capostipiti sono Strindberg, Ibsen e Cechov. Egli infatti, come chiarisce nell’Introduzione semiseria dialogata per il lettore, premessa a Tantalo, voleva reagire alla banalità, alla superficialità di certo teatro italiano di quegli anni che dimostrava, a suo avviso, come gli uomini avessero smarrito il senso autentico della vita. Nella premessa a S. Teresa e Aldonzo, intitolata Viaggio in Ispagna, c’è invece un’originale interpretazione della figura di Don Chisciotte che viene accostata a quella di Santa Teresa. Scarcella si sofferma su questi due scritti introduttivi, dandoci il contenuto delle commedie, ma ovviamente restano ancora da esaminare le tematiche affrontate, i rapporti con altri grandi drammaturghi, primo fra i quali Pirandello che Corvaglia non poteva non conoscere.

Da analizzare attentamente nella struttura narrativa e da storicizzare compiutamente è anche il romanzo Finibusterre, di cui Scarcella fornisce una dettagliata trama nel quarto capitolo, senza citare però la ristampa dell’81. Composto tra il 1929 e il ’31, la sua pubblicazione, nel 1936, coincide con la rinascita del genere “romanzo” in Italia e con la scoperta della regionalità (basti pensare ai romanzi di Alvaro, Silone e Bernari). Ma esso, più che ai modelli novecenteschi, si avvicina a quelli del secolo precedente, in particolare ai massimi rappresentanti del romanzo ottocentesco in Italia, Manzoni e Verga. Ambientato nel Salento nel primo Ottocento, narra le vicende amorose di una coppia di giovani, Pietro Capo e Maria, sullo sfondo del conflitto tra due famiglie feudali del Capo di Leuca, i Del Balzo e i Guevara. Ma soprattutto il romanzo scava per la prima volta nell’identità antropologica del Salento dandone una suggestiva interpretazione attraverso la descrizione degli elementi caratterizzanti del suo paesaggio, primi fra tutti gli ulivi, e i riferimenti alla sua storia, alle sue tradizioni e alle sue leggende.

L’ultimo capitolo infine prende in esame i quattro Quaderni mazziniani, pubblicati da Corvaglia tra il 1944 e il ‘45, nei quali egli, fra l’altro, espone la dottrina di Mazzini, confrontandola con la situazione politico-sociale di quel periodo, e riafferma i suoi ideali, di origine mazziniana, di un’Italia unificata e laica e di un’Europa federale e solidale.

[“Presenza taurisanese” a. XXXVI n. 1 – gennaio 2018, p. 6]

 

 

Questa voce è stata pubblicata in Recensioni e segnalazioni e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *