Ma mi faccia il piacere!

di Ferdinando Boero

Ho avuto il privilegio di assistere a diversi spettacoli di Dario Fo e Franca Rame. In uno di questi Dario e Franca portarono sul palco un pastore e un agnello. Il pastore aveva un coltello in mano. Dario disse: questo agnello morirà domani, e sarà il pastore ad ucciderlo. E dopodomani qualcuno di voi lo mangerà. Chi ha il coraggio di assistere all’uccisione dell’agnello ora? Chiese una votazione, Dario Fo. Ricordo che solo uno spettatore votò per vedere, e non ero io. Il pastore se ne andò con l’agnellino e iniziò la rappresentazione. Per me Dario Fo merita il premio Nobel anche solo per questo spettacolo prima dello spettacolo. Chiedo ai miei studenti: chi di voi è contrario alla vivisezione? Tutti alzano la mano, tutti. Chi di voi è favorevole ai trapianti? Di nuovo tutti alzano la mano. Come credete che sia stato possibile fare trapianti? Pensate che i primi esperimenti li abbiano fatti sulle persone? Ha cominciato Tremblay, nel Settecento, con le idre d’acqua dolce, e poi i vermi piatti, e poi con altri animali sempre più simili a noi. Quando i problemi di rigetto sono stati risolti in modo accettabile si è iniziato a sperimentare sulle persone. Oggi sarebbe assurdo fare trapianti di cuore usando scimmie come modelli sperimentali. Oramai sappiamo come fare, ma fu inevitabile usare scimmie prima di passare all’uomo. Lo stesso vale per i farmaci. Prima di darli alle persone bisogna verificare che non siano dannosi. Non basta un computer, non bastano singole cellule. Prima di provare con gli umani, si prova con altri animali.

Non vi piace? Smettete di prendere medicine, rifiutate i trapianti e la chirurgia in generale. Rifaccio la domanda, modificandola parzialmente: chi di voi è favorevole alla sperimentazione animale quando non ci siano tecniche alternative? Sono tutti favorevoli. Anche se credo che nessuno di loro amerebbe fare esperimenti su animali simili a noi. Non ho avuto dubbi, quando ho dovuto scegliere il percorso universitario: medicina no. Tagliare cadaveri per imparare, e poi aprire corpi di umani vivi (anche se sedati) non è quello che mi piace fare nella vita. Ringrazio con tutto il cuore chi ama fare queste cose. Non mi piace praticare la chirurgia, e non mi piace neppure assistere ad un’operazione chirurgica, ma mi piace, eccome, che si siano chirurghi che operano. 

Deleghiamo ad altri molte operazioni sgradevoli ma di importanza vitale, fa parte del nostro essere animali sociali, che si dividono i compiti.

Siamo nati come cacciatori e raccoglitori. Cacciare altri animali e mangiarli fa parte della nostra natura. Siamo diventati sociali anche perché è solo quando siamo assieme che diventiamo micidiali: le strategie di caccia richiedono molta intelligenza. Abbiamo deviato e le abbiamo trasformate anche in strategie di guerra, ma questa è un’altra storia. I nostri denti, il nostro apparato digerente, i nostri enzimi ci dicono che siamo onnivori: mangiamo carne (cacciatori) e piante (raccoglitori). E lo dice la nostra cultura. Nelle pitture rupestri ci sono gli animali che cacciavamo e, spesso, ci sono scene di caccia.

Anche i nostri fratelli scimpanzé sono cacciatori e raccoglitori. Possiamo rinnegare la nostra biologia? Con la cultura possiamo farlo. La prima cosa che abbiamo fatto è stato di delegare ad altri i compiti spiacevoli. Una macelleria mostra carne in uno stato molto lindo, non si vede sangue, non c’è sofferenza, morte. Quello è avvenuto “prima”.

Così come la frutta e la verdura sono pulite e linde. Non si vedono le deforestazioni per far posto ai campi coltivati, non si vedono i pesticidi impiegati per uccidere erbacce, animali erbivori o i parassiti delle piante. Non si vede l’inquinamento prodotto da questi prodotti chimici, e dai fertilizzanti.

Ora Berlusconi adotta un agnellino, anzi due. Li coccola, e li guarda con amore. Chissà cosa farà quando diventeranno pecore. Ma lui è ricco, si può permettere qualche pecora senza inconvenienti. Penso a quelli che comprano un cucciolo di cane perché è tanto carino, e poi lo abbandonano quando diventa ingestibile (il Salento è popolato da orde di cani abbandonati).

L’ipocrisia è la base dell’educazione. I bambini non sono ipocriti, vanno educati. Se vedono una persona molto grassa dicono: guarda che grassone… E subito vengono redarguiti. Non sta bene, non si dice. Ma se quel signore è grasso, e mi avete insegnato che devo dire la verità, come mai non posso dire la verità dicendo che quel signore è grasso? Nascondiamo con l’educazione le verità scomode, non sta bene dire la verità, a volte. Se gruppi di cittadini spontaneamente si uniscono per salvare le coste da una minaccia, io sono contentissimo, sono con loro. Però se scopro che quegli stessi cittadini tollerano le case abusive sulle coste, lo sbancamento delle dune, l’abbandono dei reperti archeologici, anzi, magari sono loro ad aver sbancato le dune e ad aver costruito le case abusive… mi vien da dire qualcosa che potrebbe offenderli.

Non mi piace l’ipocrisia. Ma poi… sono anche io ipocrita, visto che non mi piace assistere a cose che mi rendono la vita possibile ma che non farei di persona, tipo la chirurgia, o la macelleria, o la produzione di energia. La mia stessa esistenza ha un impatto, ma non ho nessuna intenzione di suicidarmi per questo. Certo, cerco di generare meno impatti possibile. Cercando anche di avere un po’ di coerenza. Berlusconi è stato recentemente fotografato in un McDonald’s mentre si mangiava un pezzo di cadavere di mucca: si chiama hamburger. Però ama tanto gli agnellini. Farò una dotta citazione di Totò, per onorare il suo anniversario: ma mi faccia il piacere!!!!!!

[“Nuovo Quotidiano di Puglia”, venerdì 14 aprile 2017]

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