a cura di Gigi Montonato
Bisogna dire che noi italiani per le ricorrenze importanti ci prepariamo per tempo. Lo abbiamo dimostrato di recente per i 150 anni dell’Unità d’Italia e per il centenario della Grande Guerra. L’anno venturo, 2021, ci sarà la ricorrenza del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri, il padre della nostra lingua, il nostro Sommo Poeta. Ci stiamo preparando fin dall’anno scorso, quando lo scrittore Paolo Di Stefano lanciò sul “Corriere della Sera” (24 aprile 2019) l’idea di istituire il cosiddetto Dante-Dì, una giornata, ogni anno, in cui ricordare il poeta fiorentino, prescindendo dalla pur ineludibile scadenza del canonico settimo centenario della morte. L’idea è stata istituzionalizzata dal Governo che ha indicato nel 25 marzo di ogni anno il giorno in cui celebrare il poeta. La data coincide nella fiction della Commedia con l’inizio del viaggio ultraterreno di Dante, 25 marzo 1300. Sull’iniziativa abbiamo voluto sentire Luigi Scorrano, dantista salentino tra i più autorevoli.
Professore, che pensa dell’istituzione del DanteDì per celebrare Dante nel settecentesimo anniversario della sua morte nel 2021 e poi come ricorrenza annuale?
Non mi pare fuor d’opera, ricordare uomini e opere illustri e a tenere allenata la memoria. Sia dunque benvenuto il giorno dedicato a un uomo d’ingegno o a un’opera che dia impulso a un positivo passo avanti nelle scienze.
Il Novecento è stato per il dantismo salentino un secolo di grandi interpreti. Penso ad Aldo Vallone, a Mario Marti, a Lei stesso, a tanti altri meno conosciuti. E’ stato un caso o c’è un precedente terreno di coltura, una matrice comune?
Non sono mancati studiosi eccellenti nel campo della dantistica attentissimi agli argomenti danteschi. Due i nomi di rilievo: Mario Marti nel campo della filologia e Aldo Vallone in quello della critica letteraria. Accanto a loro le esperienze di minori che ne hanno sostenuto il lavoro; Enzo Esposito, Michele dell’Aquila, Leonardo Sebastio, Ruggiero Stefanelli, ecc. All’estero poi Dante è stato oggetto di attrazione per i grandi poeti come Pound, Eliot, Dorothy Sayers etc.., una incredibile quantità di grandi firme. Un caso, Lei si chiede? Forse qualcosa a cui la nostra terra era chiamata.